NUTRIRE IL PIANETA ALIMENTA LA PACE: EDUCAZIONE POPOLARE E PARTECIPAZIONE CITTADINA - Universitas Forum, Vol. 5, No. 1, Maggio 2016
IN PRATICA
NUTRIRE IL PIANETA ALIMENTA LA PACE: EDUCAZIONE POPOLARE E PARTECIPAZIONE CITTADINA


Rossana Mengozzi *

La storia della collaborazione

L’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna e la KIP International School hanno iniziato la loro collaborazione diversi anni fa per l’organizzazione e la promozione del Premio Renè Cassin1. Il premio, nato nel 1994, è finalizzato a offrire ai giovani laureati con tesi in materia di diritti fondamentali e sviluppo umano opportunità di approfondimento su tali temi ed esperienze sul campo orientate a rafforzare la loro formazione scientifica e professionale. Nel 2010, la collaborazione si è estesa al Programma ART Universitas delle Nazioni Unite e al Programma Universitas KIP International School. Attualmente, il Premio consente a tre giovani laureati di svolgere un tirocinio professionalizzante della durata di dieci mesi nel campo dei diritti umani all’interno del quadro delle iniziative promosse dal Programma Universitas.

Nel 2012, la collaborazione ha portato all’approvazione di un Accordo quadro con la KIP International School, di durata triennale, che è stato rinnovato nel 20152. Gli obiettivi dell’Accordo, in particolare, prevedono la prosecuzione del Premio René Cassin e la realizzazione di attività seminariali e di scambi di esperienze sui temi della governance democratica dello sviluppo umano e della democrazia partecipativa.

Sul tema della democrazia partecipativa nel 2010 l’Emilia-Romagna si è dotata della legge regionale 3/20103 con la quale la regione promuove il protagonismo attivo dei cittadini e delle organizzazioni della società regionale nell'elaborazione delle scelte pubbliche su temi che vanno dall'ambiente all'uso di spazi pubblici, dall'organizzazione dei servizi alle emergenze del territorio, fino alla riqualificazione degli spazi urbani e, negli ultimi anni, dai progetti di fusione di Comuni alla ricostruzione post-terremoto (2012).

Nel settembre del 2014, nell’ambito dell’Accordo, si è svolto in Emilia-Romagna il Seminario “Governance partecipativa e sviluppo territoriale”, con la partecipazione di una delegazione senegalese, paese nel quale è in corso una profonda trasformazione istituzionale con la creazione di macroregioni. Il seminario è stato strutturato in un corso intensivo di cinque giorni basato sullo scambio di esperienze tra quadri dello sviluppo ed esperti e operatori della partecipazione. L’obiettivo del seminario era conoscere e analizzare le pratiche e le politiche innovative di governance partecipativa dello sviluppo territoriale sia a livello internazionale che in Emilia-Romagna, e confrontarsi sul modello di partecipazione co-deliberativa adottato dalla Regione.

L’esperienza a EXPO

Attenzione ai diritti umani, allo sviluppo del territorio, alla governance partecipativa sono i punti di contatto che hanno portato la KIP International School a invitare l’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna a una giornata da condividere con il Senegal presso il padiglione KIP a Expo Milano 2015. Giornata orientata a presentare le esperienze in comune, ma anche a rafforzare i legami con il Senegal e a dare ulteriori spunti per il futuro lavoro in comune, come ad esempio la collaborazione con il Centro Alberto Manzi4.

Conferenza stampa e pannelli della mostra del Maestro Manzi – foto ufficio stampa Assemblea legislativa

Così la calda giornata del 30 luglio è stata aperta da una conferenza stampa di presentazione dei relatori Luciano Carrino, presidente della KIP International School, Roberta Mori e Yuri Torri, consiglieri regionali, Etienne Turpin, Segretario Generale del Ministero della Governance locale, sviluppo e gestione del territorio del Senegal, ed Eliana Haberkon, membro del team FAO delle Nazioni unite a Expo, nella sala dove erano esposti bellissimi pannelli dedicati al lavoro che Alberto Manzi, l'indimenticabile maestro della televisione italiana, realizzò sul tema dell’alimentazione. Un percorso di dieci pannelli pieni di colori, testi, disegni, immagini - materiale tratto interamente dai suoi libri e fascicoli, pensati soprattutto a sostegno della didattica degli insegnanti delle elementari. Una storia dell’alimentazione che lascia aperta la grande questione: “Il problema fondamentale rimane quello dell’equa distribuzione. Sulla faccia della Terra l’espressione ‘morire di fame’ ha ancora un tragico senso”. Parole che sembrano scritte oggi e che, invece, sono ricavate da un dattiloscritto di Manzi di quarant'anni fa, il cui originale è conservato presso l’archivio del “Centro Manzi”. Una mostra che ha messo in evidenza l'attualità del messaggio di Manzi il quale, con la passione del divulgatore scientifico e l’essenziale scrittura giornalistica, raccontava ai bambini negli anni '70 e '80 la meravigliosa avventura dell’uomo contro la fame, spiegando la storia dell’alimentazione, dei cibi e delle trasformazioni dell'ambiente. Un approccio ancora oggi attuale, che aiuta a capire come il problema della fame sia alla base di uno stabile processo di pace, di sviluppo, di costruzione di una comunità con diritti garantiti ed esigibili.

Gioco di ruolo sulla partecipazione – foto KIP International School

La giornata è proseguita con un gioco di ruolo sulla partecipazione, nel quale sindaci e assessori di comuni emiliano-romagnoli, amministratori e funzionari di due macroregioni del Senegal, suddivisi in gruppi, si sono confrontati sulle possibilità di accedere a un finanziamento pubblico secondo uno schema di lavoro, seguito da facilitatori, che ha simulato il funzionamento reale dei comitati locali di sviluppo partecipato. Alla conclusione della giornata è stato simbolicamente piantato l’Albero della Partecipazione, nato da un’idea scaturita nell’ambito di un percorso di partecipazione dell’Ecomuseo del Sale e del Mare del Comune di Cervia (RA). Simbolicamente realizzato in cartone, era stato montato spoglio durante l’esposizione “Ti Racconto Una Cosa”, nella quale i cittadini di Cervia e i turisti della località romagnola avevano raccontato storie legate a oggetti personali, rievocando tempi e ricordi della propria vita. Ogni visitatore, cittadino e turista, aveva contribuito a farlo “fiorire” scrivendo il proprio pensiero su un fiore e/o una o più foglie e appendendolo poi sui rami. Il tema e la domanda base erano: “Cosa rende Cervia un luogo unico e diverso dagli altri?”.

Anche a Milano l’Albero è stato montato spoglio e chiunque ha potuto appendere le proprie idee, ma questa volta il tema era “Cibo, diritti e partecipazione”. Già nei giorni precedenti l’evento, era stato possibile inviare online le proprie frasi direttamente al sito dell’Assemblea Legislativa. Alcune di queste idee hanno preso forma e sono state disegnate in tempo reale con vignette originali di Agata Matteucci.

Agata Matteucci e l’albero della partecipazione – foto KIP International School

La giornata ha avuto un seguito ideale il 23 ottobre con la cerimonia di assegnazione delle borse di studio a tre neo laureati negli atenei dell’Emilia-Romagna, nell’ambito del Premio “René Cassin”, momento per fare anche un bilancio del Premio. Sono stati presentati i risultati complessivi delle edizioni fin qui svolte, che hanno permesso a numerosi ragazzi di lavorare a livello professionale e con alta specializzazione nel campo della cooperazione allo sviluppo e dei diritti umani.

Alcune riflessioni

In preparazione della giornata all’EXPO di Milano, ci siamo chiesti se la nostra fosse un’esperienza in linea con il tema dell’EXPO e con la sua declinazione scelta dalla KIP, cioè “Territori attraenti per un mondo sostenibile”, e se una governance partecipativa possa contribuire allo sviluppo del territorio. Abbiamo provato a rispondere esaminando casi concreti, alcuni già visitati con la delegazione senegalese, per capire se effettivamente i percorsi partecipativi, quelli concreti, realizzati sul nostro territorio e non ipotetici percorsi partecipativi, abbiano contribuito ad aumentare il capitale sociale della comunità, a rendere le politiche più vicine ai cittadini, a declinare uno sviluppo del territorio sostenibile, inclusivo, attento. Uno sviluppo del territorio che è, quindi, sostenuto da azioni condivise dai cittadini.

I casi concreti analizzati assieme alla delegazione senegalese erano attinenti a varie tematiche, dal welfare, allo sviluppo urbano, dalla prevenzione dei rischi, alla ricostruzione post sisma.

Laboratori della solidarietà sociale nel distretto di Casalecchio di Reno. Dalla pianificazione istituzionale alla progettazione partecipata: il welfare di comunità

Il Distretto di Casalecchio di Reno comprende cinque comuni per una popolazione complessiva di 110.895 residenti. Il tessuto sociale del distretto è caratterizzato dalla presenza di un terzo settore forte e attivo; organizzazioni di volontariato, associazioni, cooperative, organizzazioni sindacali costituiscono interlocutori competenti e disponibili a un confronto con i soggetti istituzionali. Questo permette non solo la valorizzazione di risorse e opportunità a supporto o integrative dell’intervento pubblico, ma anche lo sviluppo di proposte di percorsi innovativi, che possano funzionare da antenne territoriali per l’emersione di vulnerabilità socio-sanitarie che, altrimenti, rischiano di non arrivare all’attenzione dei Servizi territoriali o di arrivarvi solo nel momento in cui diventano bisogno assistenziale e richiesta di prestazioni.

L’obiettivo del percorso partecipativo era stimolare una progettazione basata sulla collaborazione di una molteplicità di attori del territorio e di risvegliare una cultura solidaristica e di comunità. Nelle prime fasi di avvio del progetto, i soggetti organizzati del territorio distrettuale hanno potuto presentare istanze progettuali da inserire nel percorso di coprogettazione partecipata.

Dopo la ricezione delle istanze, le azioni principali del progetto sono state tre:

  1. Un percorso in-formativo di incontri laboratoriali sulle metodologie e sulle pratiche relative alla costruzione partecipata di progetti di comunità, rivolto congiuntamente agli operatori dei Servizi e ai soggetti organizzati del terzo settore;
  2. Un percorso di approfondimento di alcune tematiche ad alto valore comunitario, quali il tema della riprogettazione del futuro del welfare e dell’abitare solidale;
  3. Un percorso di attivazione di gruppi di lavoro per la definizione di micro-progetti sperimentali, da attuare in contesti definiti, con il coinvolgimento diretto dei cittadini, mediante l’utilizzo di modalità innovative di partecipazione e coinvolgimento, quali il teatro sociale, il teatro dell’oppresso, i laboratori narrativi, i laboratori di scrittura creativa, la biblioteca vivente.

Negli incontri assembleari e durante gli incontri del percorso formativo, le istanze originarie sono state condivise, approfondite, rielaborate o accorpate, fino a generare gruppi di lavoro; gli esiti e le proposte del lavoro dei gruppi sono poi confluiti negli strumenti di programmazione socio-sanitaria.

Laboratorio “Qui c’entro”: le trame urbane di rigenerazione del rapporto tra frazione e centro storico

Il Comune di Bagnacavallo aveva già sviluppato nel 2011 un percorso di progettazione partecipata con lo scopo di formulare proposte per l’utilizzazione condivisa degli edifici di interesse culturale e identitario del Centro Storico di Bagnacavallo, all’interno di un “Quadro strategico” di valorizzazione organica e integrata del patrimonio comunale dell’area, nel rispetto dei “fattori determinanti per la qualità urbana” del Centro (e condivisi come “valori”): storicità, identità, qualità, fruibilità, polifunzionalità. A questo percorso ne è seguito un altro, in collaborazione con i cittadini che hanno aderito, per approfondire una delle “situazioni urbane” emerse dal confronto e focalizzata sulla rigenerazione del rapporto tra frazioni e centro. Il nodo centrale del rapporto centro-frazioni/periferia è stato indagato attraverso priorità condivise e i relativi fattori determinanti per la qualità urbana.

Conferenza stampa e pannelli della mostra del Maestro Manzi - foto ufficio stampa Assemblea legislativa

Il percorso è partito dall’analisi condivisa del contesto: la struttura del territorio e della comunità insediata: storia e dinamiche evolutive, struttura e stato di fatto, criticità “dal passato” e opportunità “del futuro”; le frazioni /la periferia e le differenze strategiche (innovazione sociale, sicurezza, rendimento dello spazio) e gli elementi ordinatori (fiumi e canali, luoghi comuni e identitari); il sistema di “governo” e la “governance” (decentramento, consulte e laboratorio, ruolo delle realtà organizzate e presidi territoriali). Si sono analizzati i diversi aspetti del processo decisionale, dal singolo intervento alla visione di insieme, il ruolo degli istituti della partecipazione, le dinamiche della decisione. Uno degli aspetti che più ha caratterizzato il percorso è stata la definizione di una mappa di comunità come elemento fondante della costruzione del Documento programmatico di qualità urbana.

Brisighella Comunità Ospitale. La rivitalizzazione eco-sostenibile del borgo medioevale attraverso l’incremento del turismo: la pianificazione strategica nel Comune di Brisighella

Brisighella è un Comune collinare delle Terre di Faenza con 7.840 abitanti nella Provincia di Ravenna. Il suo centro storico è un antico borgo medievale incastonato nel Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola, nell’Appennino Tosco-Romagnolo. E’ una terra ospitale, ricca di tradizioni, sapori e bellezze architettoniche e naturalistiche, inserita nella rete delle più prestigiose certificazioni nazionali5. Oggetto del percorso è la definizione di proposte di rivitalizzazione e sviluppo eco-sostenibile del borgo medievale, con l’obiettivo di incrementare la ricettività turistica con una rete diffusa di residenza di qualità nel borgo, creazione di una rete locale di operatori turistici, costituzione di una cooperativa di comunità per la promozione di eventi culturali e di partecipazione dei turisti alla vita del borgo. Ma importante obiettivo è anche offrire a tutti gli interessati al futuro di Brisighella l’opportunità di dare voce alle proprie aspettative, in un ambiente disponibile all’esplorazione e all’ascolto reciproco; facilitare il confronto e la valutazione di obiettivi condivisi per il futuro della comunità; far emergere idee e proposte che possano consentire di costruire il futuro positivo desiderato; porre la prima pietra su cui fondare un Piano Strategico di valorizzazione ambientale, economica, sociale e culturale. Il percorso partecipativo del Progetto Strategico “Brisighella Comunità Ospitale” si è posto come un laboratorio di innovazione per il borgo e il territorio brisighellese, un processo aperto, inclusivo e trasparente basato sul partenariato pubblico-privato e sulla partecipazione dei cittadini alla definizione di indirizzi e progetti concreti per la rivitalizzazione e lo sviluppo ecosostenibile del borgo medievale e del suo territorio. E’ stata costituita una cooperativa di comunità per la promozione turistica, culturale ed economica del territorio brisighellese.

Laboratorio “Fatti il centro tuo!” Come un territorio e la comunità possono rigenerarsi dopo un’emergenza (post terremoto): Il caso di Novi di Modena

Il Comune di Novi di Modena è rappresentato da un’area territoriale di forma scomposta, suddivisa in due grandi porzioni congiunte da un lembo minimale di territorio: un’area settentrionale, gravitante sul capoluogo (6000 abitanti circa) e una meridionale, gravitante sui centri frazionali di S. Antonio in Mercadello (900 ab) e Rovereto S/Secchia, (circa 4000 abitanti). Tale frammentazione territoriale, frutto di un’evoluzione storica particolare, aggravata dalla carenza di infrastrutture viabilistiche interne al comune e, quindi, da notevoli difficoltà di connessione tra i due centri, si rispecchia nella situazione economica e sociale della Comunità. Il sisma del maggio 2012 ha gravemente danneggiato metà del patrimonio pubblico e privato e ha provocato l’accentuarsi dei punti di attrito tra le due anime del territorio (Novi e Rovereto). Di conseguenza, la coesione sociale è diventata una delle priorità. Le analisi tecniche post sisma sono state accompagnate dall’attivazione di un percorso partecipativo i cui esiti sono stati funzionali alla redazione del Piano della Ricostruzione e, successivamente, ai Piani Organici. Nelle fase I (ascolto preliminare) e II (esplorazioni progettuali) dal confronto con i cittadini è emersa l’importanza di elaborare progetti che puntino decisamente alla qualificazione dello spazio pubblico e di uso pubblico, urbano ed extraurbano, come luogo primario per la rigenerazione delle opportunità di aggregazione e del senso di comunità. Nella fase III (sviluppo e valutazione) uno dei temi di maggior dibattito è stato quello della “piazza diffusa” inteso come spazio pubblico che permea e si dirama nelle aree centrali. Indagare il tema della piazza diffusa significa confrontarsi sia con le prerogative diverse dei tre centri, sia con ciò che li accomuna: la necessità di trovare modi e forme per progettare e realizzare connessioni morfologiche, funzionali, sociali, virtuali su tutto il territorio urbano del Comune.

Tra gli aspetti caratterizzanti del percorso vi è senz’altro la definizione del Masterplan della rigenerazione economica, sociale, territoriale, scaturito dall’unione tra piano della ricostruzione e alleanze operative e la concertazione tra pubblico e privato. Importante sottolineare come, nel quadro della legislazione regionale in materia di ricostruzione post-sisma, l’attivazione di percorsi di partecipazione ha svolto il ruolo di elemento premiante nella formazione della graduatoria per l’assegnazione di contributi per la ricostruzione dei centri storici.

Assegnazione delle borse-lavoro del Premio René Cassin - foto ufficio stampa Assemblea legislativa

Altri casi interessanti

Tra le altre esperienze finanziate dalla legge regionale e che sono interessanti per valutare il tema della partecipazione in un’ottica di sviluppo del territorio, ci sono sicuramente i progetti di “bilancio partecipativo” con il quale, grazie a un percorso di discussione organizzata, i diversi attori del territorio, associazioni del terzo settore e di categoria, comitati e semplici cittadini definiscono alcune priorità del bilancio annuale. E infine, nel corso del 2015, la Regione Emilia-Romagna ha finanziato alcuni progetti che hanno come obiettivo la revisione “partecipata” di regolamenti e Statuti comunali, specialmente per quanto riguarda l’inserimento di nuovi strumenti di partecipazione. In questo contesto, diventa evidente come la partecipazione possa rappresentare un nuovo approccio per rivitalizzare i processi istituzionali e migliorare la qualità dello sviluppo.

Per il futuro

Le piste di riflessione che abbiamo scelto per questa giornata a Expo Milano 2015, grazie all’invito della KIP International School, sono state utili per rispondere al tema “Territori attraenti per uno sviluppo sostenibile”? Il maestro Manzi e la sua sfida educativa, il premio Renè Cassin che dà impulso alla ricerca e promuove i diritti umani e la governance partecipativa, possono essere validi in altri contesti?

Indubbiamente, la lezione del Maestro Manzi, come dimostra la sua storia, è valida al di là del contesto in cui è nata. Le sue parole sono attuali anche oggi, i suoi testi, trasmissioni televisive, libri sono capaci di farci pensare, ci aiutano a capire e a porci buone domande. Il Centro Alberto Manzi ha lo scopo di far conoscere il suo lavoro, i suoi valori, le sue metodologie.

I risultati del premio “Renè Cassin” parlano da soli: dare la possibilità a giovani laureati con tesi in materia di diritti fondamentali e sviluppo umano di approfondire la ricerca e di mettersi “alla prova” sul campo, è una sfida che si rinnova anno dopo anno. La nuova sfida è, oggi, quella di diffondere questa esperienza in altre regioni italiane, per dare l’opportunità di formazione e di alta professionalizzazione a tanti giovani ricercatori.

L’analisi dei casi studio in materia di partecipazione ci indica una strada preziosa, che, senza la presunzione di dare soluzioni globali, ma nell’ottica del “piccolo è bello”, mostra come sia possibile “contaminare” con la partecipazione sempre più ambiti, dal welfare alla progettazione del territorio, sino ad ambiti più tecnici e poco permeabili, come le modifiche statutarie. Questa “disseminazione” di partecipazione sul territorio è già un piccolo successo, al di là degli eventuali risultati concreti di influenza delle politiche locali. L’obiettivo della creazione di un Laboratorio di Governance partecipativa e di Sviluppo locale in Emilia-Romagna è un obiettivo previsto dall’Accordo quadro approvato dell’Assemblea legislativa e il Laboratorio potrà essere uno strumento per verificare se e come la governance partecipativa possa essere una strada verso uno sviluppo equilibrato, inclusivo, che sia capace di valorizzare le risorse locali.


Riferimenti Bibliografici

Henke, R., Salvioni, C. (2010) "Diffusione, struttura e reddittività delle aziende multifunzionali", in Agriregionieuropa n. 20 http://agriregionieuropa.univpm.it/it/content/article/31/20/diffusione-struttura-eredditivita-delle-aziende-multifunzionali
Murdoch, J. (2000) "Networks: a new paradigm of rural development", Journal of Rural Studies 16, pp. 407-419. Schmitz, H., Nadvi, K. (1999) "Clustering and Industrialization: Introduction", World Development, 27:9, pp.503-1514.
Toccaceli, D. (2012) "Dai distretti alle reti? I distretti in agricoltura nell'interpretazione delle Regioni e prospettive verso il 2020". Working paper. Rete Rurale Nazionale, Roma. http://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/10221
Willer, H., Lenourd, J. (2015) "The World of Organic Agriculture. Statistics and Emerging Trends 2016", pp. 34-114, FIBL & IFOAM - ORGANICS INTERNATIONAL, https://shop.fibl.org/fileadmin/documents/shop/1698-organic-world-2016.pdf http://www.biodistretto.net http://www.biodistretto.it

* Rossana Mengozzi lavora presso l'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna nello staff di supporto al Tecnico di garanzia in materia di partecipazione.


1 Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni. Piano d'azione per il futuro della produzione biologica nell'Unione Europea, Bruxelles, 24.3.2014 COM (2014) 179.

Universitas Forum, Vol. 5, No. 1, Maggio 2016





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