Maurizio Del Bufalo - Universitas Forum, Vol. 1, No. 2, May 2009
CONCEPTOS CRITICOS
IL PROGETTO LUMI VLORE (VALONA, ALBANIA):
UNA PARTNERSHIP TERRITORIALE IN PROGRESS, UN LABORATORIO DI COMUNIT

Maurizio Del Bufalo *

Cooperazione Decentrata tradizionale e Partnership tra Territori (PT), analogie e innovazioni

Sono in molti, nella letteratura tecnica, a ritenere la Partnership Territoriale (PT) unappendice della Cooperazione Decentrata ed insistono nelluso indistinto del secondo termine, considerando di fatto impercettibile la differenza tra queste due forme di cooperazione internazionale. Per quanto ci riguarda, dopo alcuni anni di esperienze sul campo maturate in programmi multilaterali di sviluppo umano, potremmo evidenziare una differenza tra la cooperazione decentrata tradizionale e la PT, una cooperazione nuova non solo nelle forme complementari, ma anche nella sostanza poich si d finalmente risposta al desiderio di partecipazione e protagonismo delle cosiddette societ civili che, in questo primo scorcio di secolo, stanno marcando con decisione la loro presenza critica e il loro ruolo di indirizzo alle politiche dei governi nazionali.

Per molti anni la cooperazione decentrata ha segnato importanti successi stabilendo connessioni istituzionali tra territori di Paesi del Nord e del Sud del mondo che in qualche caso hanno portato ad esperimenti di relazioni di lungo periodo. La cooperazione decentrata, ben analizzata da numerosi saggi degli ultimi dieci anni (Ianni, 2004; Carrino, 2005; Stocchiero e Zupi, 2005), uno strumento affermato di politica estera a disposizione delle istituzioni locali (regioni, province e comuni) che contribuiscono, con propri fondi e con risorse umane e tecniche, a programmi e progetti di carattere transnazionale, integrandone gli obiettivi e i risultati, ma anche costruendo ex novo rapporti bilaterali che rispondono ad esigenze economiche o di relazioni storiche (migrazioni, ex colonie, comunit di lingua madre comune etc). Questo movimento, erroneamente ritenuto a lungo un fenomeno minore e marginale della cooperazione, ha assunto negli anni 90 una rilevanza notevole per volume di investimenti e per lampiezza del partenariato coinvolto. Tra le maggiori testimonianze presenti in letteratura baster citare le pubblicazioni del Ministero degli Affari Esteri Italiano che danno conto del lavoro delle Regioni Italiane, dellOICS (lorganizzazione interregionale italiana per la cooperazione allo sviluppo) e dellUNOPS, agenzia dellONU specializzata nella realizzazione di programmi di Sviluppo Umano che ha costruito una rete di oltre trecento istituzioni locali attive nella cooperazione decentrata e, pi recentemente, lesperienza dei programmi di sviluppo umano confluita nei programmi ART dellUNDP, che ne fa uno degli elementi fondanti della sua iniziativa.

Soltanto nei primi anni del nuovo secolo la disponibilit per le regioni europee di fondi e leggi per linternazionalizzazione economica e la avvenuta costituzione di sodalizi locali a carattere misto pubblico-privato (come le agenzie di sviluppo integrate derivate dai patti territoriali europei e altre forme organizzative del territorio) hanno propiziato lavvento di nuovi soggetti cooperanti e di forme pi complesse nelle reti internazionali, tanto da meritare il nuovo appellativo di partenariati territoriali o meglio partenariati tra territori, per affermare una forma pi avanzata di cooperazione internazionale. Di questo nuovo termine si fa largo uso nei documenti ufficiali della Comunit Europea, ma non sempre se ne specifica il senso ed utile ribadirne il significato quando possibile, per chiarire quali sono i punti di forza e di debolezza di questo approccio internazionale.

Una prima differenza tra la cooperazione decentrata tradizionale e il partenariato tra territori consiste nel fatto che mentre la prima si definisce a partire dalle istituzioni nazionali o regionali che la promuovono e quindi ha un profilo alto, il secondo pu anche nascere dal basso e cio per ispirazione e volont di comunit che intendono tendersi la mano e incominciano a creare collegamenti su specifici temi. Eppure, contrariamente al motivo ispiratore, mentre la cooperazione decentrata tradizionale si propone di portare a termine azioni mirate e contenute nel tempo, la partnership territoriale spesso realizza il desiderio di gemellaggio tra due comunit che si esplica a molti livelli (sociale, economico, culturale e istituzionale) e ne garantisce, in genere, una sostenibilit migliore nel tempo e nelle forme. In alcuni testi di recente pubblicazione questo fenomeno emergente viene anche definito con il termine pi esplicito di cooperazione di comunit (si veda Nardelli e Cereghini, 2008) per segnalare come la leva della cooperazione in questi casi risieda nella capacit di mobilitazione di una comunit pi che nelle decisioni istituzionali.

Va sottolineato, comunque, che non basta il desiderio di una comunit a determinare il gemellaggio, perch tecnicamente un partenariato fra territori richiede numerose competenze e un difficile lavoro di coordinamento di tutto quello che si muove al suo interno, quindi servono figure manageriali nuove, specializzate, e spazi fisici e temporali diversi. Senza dubbio, possiamo asserire che ci sono molti pi rischi di fallimento in una PT che in una operazione di cooperazione decentrata tradizionale, perch la rete di relazioni sottesa da una PT davvero complessa e critica. E', d'altra parte, vero che le PT non sono ipotizzabili senza lorganizzazione territoriale e cio senza la presenza di collaudati sodalizi originati dalla volont di sindaci sensibili, dalle imprese locali e dalle associazioni della societ civile, dalle ONG e da gruppi di cittadini che richiedevano nuovi spazi per agire nello spazio globale.

In altri termini il partenariato tra territori non sostituisce la cooperazione decentrata tradizionale, al contrario spesso ne una forma complementare e che pu dare ad essa un contenuto di pi ampio respiro e profondit contenutistica, altre volte pu coprire nuovi ambiti e spazi tecnici e di governance.

Agenzie di sviluppo, parchi naturali, comunit montane, gruppi di azione locali, consorzi di enti pubblici, accordi di programma e altri soggetti nati dallo sviluppo delle politiche regionali degli anni 80 e 90 hanno prodotto una domanda di nuovi strumenti e ambiti, non solo locali, alla ricerca di orizzonti pi ampi per la crescita delle loro comunit. Naturalmente, anche le PT non possono fare a meno delle istituzioni, ma il loro ruolo pi di accompagnamento che non di guida com nello spirito di un rapporto tra comunit. Anche le Universit e gli istituti di ricerca hanno cominciato a trovare interessante e redditizio, stante la nuova impostazione autonoma, conquistare nuovi spazi e aumentare la competitivit della loro offerta formativa e scientifica, organizzando il proprio lavoro in chiave globale ma con un forte riferimento al proprio territorio e in queste nuove alleanze esse hanno trovato maggiori impulsi e potenziali scientifici molto pi competitivi. Per tutti i soggetti citati, la consapevolezza di essere parte del mondo e di poter agire con minori limitazioni di quelle precedenti si diffusa in tutti gli strati della societ, favorita dallimmediata risposta che alcune organizzazioni sovranazionali hanno saputo dare per accompagnare i nuovi protagonisti nel contesto mondiale.

E il caso dellONU e del suo approccio multilaterale che ha ben saputo valorizzare questi fermenti; infatti i Programmi di sviluppo umano, come era gi successo per la cooperazione decentrata, hanno ospitato, nei contesti dei Programmi Paese, queste nuove forme di cooperazione diffusa. I gruppi di lavoro locali si sono arricchiti di competenze varie e, partendo dalleconomia locale, lo spettro delle filiere sostenute dalla cooperazione si allargato fino al welfare e ai diritti umani. Non quindi strano che, a conti fatti, la ricaduta maggiore di queste pratiche sia spesso a vantaggio delle comunit occidentali che trovano, nel Paese meno organizzato, spazi per la sperimentazione di forme alternative di governo del territorio e di nuove pratiche. Ma, ancor pi interessante, il numero dei cittadini che, sia come esperti che come partecipi informati, pu trarre da questa cooperazione vantaggio e coscienza del proprio rinnovato ruolo politico. La cooperazione tra universit che consente scambi di studenti, tra imprese che trasferiscono know how e decentrano le produzioni, tra aziende agricole interessate a prodotti biologici, tra istituzioni che sperimentano nuove forme di governance per la protezione dei beni ambientali e culturali e cos via fino alla valorizzazione turistica sostenibile, pu rendere profondo e reale il legame tra le due comunit. Ecco dunque che troviamo, nella misura dellimpatto umano prodotto, la seconda e pi importante differenza con gli schemi operativi della cooperazione decentrata, ma questa affermazione dovr essere verificata nel futuro prossimo.

Senza voler generalizzare e semplificare lampia casistica offerta dalla cooperazione decentrata tradizionale, possiamo affermare che per complessit dei temi esaminati e per mobilitazione della societ civile dei due territori, la PT richiede uno sforzo maggiore e di pi lunga durata, ponendosi altres obiettivi pi ambiziosi e proponendo un impatto di maggiore portata. Potremmo dire, con una affermazione sintetica, che mentre nella cooperazione decentrata tradizionale le istituzioni sono tese alla soluzione di un problema particolare riconducibile ad una progettualit limitata nel tempo e nello spazio, la PT nasce con obiettivi di collaborazione a tutto campo e di lungo periodo tra comunit. La PT si presenta quindi come uno strumento di politica estera ideale per gli ambienti transnazionali e frontalieri (per lItalia, larea balcanica e del Mediterraneo sono ottimi campo di applicazione) che trova anche riscontro nel disegno di Regione Euroadriatica ed EuroMediterranea che la Comunit Europea sta sostenendo con la creazione di nuovi strumenti di lavoro come il GECT (Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale) che, pur partendo da una esigenza di coesione tra Stati europei, non disdegna linclusione di territori extracomunitari.

La discussione del caso di studio che segue (un progetto denominato Lumi Vlore in corso dopera in Albania nel quadro dei Programmi Paese ART GOLD) ci consente una riflessione aperta poich siamo in presenza di un intervento di area vasta in una regione gravemente depressa che coinvolge numerose competenze tecniche, un partenariato ampio ed un impegno logistico straordinario che sottende, infine, una partnership di lungo periodo e un coordinamento operativo stabile e duraturo. Tutte questioni di estrema delicatezza che aumentano, come anticipato nelle note precedenti, lattenzione del processo cooperativo verso i risvolti relazionali e partecipativi che legano le comunit in gioco. Si tratta di unazione in corso di svolgimento con frequenti interruzioni ed evidenti problemi ambientali, che pu rivelarsi un interessante laboratorio per le comunit italiane aperte alla nuova cooperazione.

I programmi di sviluppo umano in Albania e le origini dellazione Lumi Vlore

Il Programma di Sviluppo Umano delle Nazioni Unite in Albania, ART GOLD ALBANIA, opera dal 1999 (fino al 2005 con la sigla PASARP) nelle regioni di Scutari, Durazzo, Valona e Gjrokastro e si avvale della presenza di personale internazionale ONU con base a Tirana, e di tre Agenzie di sviluppo economico locale (LEDA) installate a Scutari (TEULEDA), Durazzo (TAULEDA) e Valona (AULEDA); a Gjrokastro la quarta LEDA in via di costituzione.

In particolare lagenzia di Valona, AULEDA, che ha il compito di promuovere azioni di sviluppo concertate tra le istituzioni del territorio valonese (Prefettura, Municipalit, Regione) e gli attori locali, ha segnalato da tempo lopportunit di valorizzare unarea naturalistica di grande risalto, la valle del fiume Shushices, detta brevemente Valle ecologica per il gran numero di produzioni agricole autoctone ottenute senza lausilio di fertilizzanti e trattamenti chimici. In questa Valle i sindaci dei Comuni facenti parte dellarea hanno manifestato il desiderio di dar voce alla propria identit comune attraverso la costituzione di una forma associativa locale che agevoli la gestione concertata del proprio territorio e difenda il patrimonio naturale, produttivo, culturale e sociale della Valle, al fine di migliorare le condizioni di vita delle popolazioni locali e realizzare esperienze di sviluppo locale sostenibile.

ART GOLD Albania ha volentieri accettato il ruolo di coordinatore e promotore di questo movimento per offrire supporto al consolidamento della locale agenzia di sviluppo economico, AULEDA, e consulenza nella costruzione di un progetto di valorizzazione delle risorse endogene territoriali che promuova la coesione sociale delle comunit della valle.

Lazione ha avuto inizio nellautunno del 2006, raccogliendo i risultati di alcune riunioni preparatorie svolte negli anni precedenti dai tecnici di PASARP. Il progetto nascente stato denominato Lumi Vlore ed ha avuto ufficialmente inizio con la firma di un protocollo di intesa tra lAmministrazione regionale, i Sindaci dei 7 Comuni della Valle, il programma ART GOLD Albania e lagenzia AULEDA, avvenuta il giorno 19 Novembre 2006. Lintesa ha costituito un Comitato Temporaneo Promotore del Parco Naturale Lumi Vlore di cui fanno parte tutti i firmatari, coordinato dal presidente della Regione di Valona. Il progetto Lumi Vlore fa riferimento a questo Comitato e allAgenzia AULEDA per svolgere le operazioni sul territorio, con limpegno a coinvolgere di volta in volta le imprese e la societ albanese per stabilire metodi di lavoro partecipativi.

Elementi conoscitivi delle risorse endogene locali e delle opportunit di sviluppo

La Valle di Valona (Lumi Vlore) si snoda a sud-sud-est dellarea urbana di Valona, tracciata dal corso del fiume Shushice; il fiume affiancato per tutta la sua lunghezza da una strada sterrata intercalata da alcuni ponti percorribili, alcuni in auto altri a piedi. Lungo questa strada possibile prodursi in deviazioni che conducono a numerosi villaggi di agricoltori e pastori che sono disseminati sulle pendici dei monti che delimitano le due sponde del fiume.

Complessivamente la distanza da Valona alle sorgenti del fiume Shushice di 75km circa e larea propriamente detta della Valle ne comprende almeno 60. La popolazione complessiva inclusa in questo bacino compresa tra 40.000 e 50.000 unit, dislocati in 7 comuni e oltre 60 villaggi; il numero preciso dei residenti difficile da valutare per la mancanza di unanagrafe aggiornata. I villaggi si susseguono partendo da Drashovice, il pi vicino a Valona, allingresso della Valle, fino a Kuc dove sono le sorgenti del fiume che segna la valle.


Valle del fiume Shushice

Lhabitat naturale contrassegnato da differenti livelli di vegetazione che vanno dai campi di erbaggi e vegetazione spontanea delle zone al livello del mare pi vicine a Valona, fino alle aree destinate alla coltivazione di frutta e al pascolo, e poi, man mano che si risale la valle, fino a raggiungere la macchia e la foresta del tratto finale. I monti che circondano la Valle passano da poche centinaia di metri di altezza agli oltre 2000 metri del tratto finale e lhabitat presenta caratteri variabili da basso collinare a montano.

Le risorse naturali di cui dotata la Valle sono quelle di un ambiente naturalmente protetto, declivi dolci, ottimi pascoli e ampi spazi da destinare a coltivazione; nella parte finale, caratterizzata da un paesaggio pi selvaggio e impervio, la macchia predomina. Attualmente, oltre ai foraggi e alle verdure, la Valle produce frutta di ampia variet ed eccellente qualit (mele, pere, uva, meloni), contraddistinta dalla mancanza di fertilizzanti e anticrittogamici non naturali. Le quantit non sono tali da garantire una economia sufficiente al sostentamento di tutta la popolazione e la mancanza di infrastrutture (magazzini, frigoriferi) rende pi difficile la conservazione del raccolto. Alcune produzioni di nicchia, come i formaggi e il vino, hanno gi incontrato la sensibilit di alcuni produttori locali che hanno cominciato ad elaborare, su piccola scala, alimenti semi-industriali, a partire dalle materie prime prodotte dalle fattorie. Sono presenti ben 6 caseifici nella valle che producono formaggio ovino e caprino di eccellente gusto, gi commercializzato nellarea limitrofa. Particolarmente diffuso lallevamento ovino e caprino con la particolare presenza della capra nera e di una importante produzione di carne; la fauna, anche quella selvaggia, ricca e originale. Accertata la presenza del lupo.


Campi coltivati, Valle del fiume Shushice

La scarsa densit abitativa dei luoghi, la dislocazione della componente umana in piccoli villaggi molto distanti tra loro e la modesta percorribilit delle strade sterrate che collegano i centri abitati, fanno della Lumi Vlore un luogo ideale per difendere un patrimonio naturale relativamente accessibile e fruibile, permettendo al tempo stesso che iniziative economiche sostenibili vi abbiano sede. Lemigrazione uno dei problemi pi rilevanti con cui confrontarsi se si intende condurre unazione di sviluppo locale e grande appare lincidenza delle rimesse degli emigrati nelleconomia locale. Per questo, ART GOLD Albania, di concerto con ART ILS LEDA, sta formulando una proposta di impiego di queste rimesse finanziarie collegata alla gestione del fondo di garanzia di cui dotata AULEDA.

Ultima, ma non meno importante, la vicinanza col mare di Valona, rinomato richiamo turistico stagionale per gli albanesi, che sta assumendo unimportanza crescente nelleconomia della zona e del Paese e che potrebbe offrire a Lumi Vlore un motivo di sostenibilit in pi ma anche costituire una minaccia di aggressione al suo patrimonio naturale e paesaggistico. Il turismo costiero valonese ha infatti grandi numeri ma bassa qualit, dura solo 40-50 giorni e minaccia, con la sua edilizia residenziale (seconde case), la bellezza del paesaggio, producendo inquinamento del mare e sovraffollamento. Laumento dei consumi legati a questo genere di turismo non beneficia in alcun modo la popolazione locale poich gli investimenti sono solo in parte locali e la merce distribuita e consumata nei ristoranti e nelle abitazioni proviene raramente dal territorio, ma soprattutto da altre zone dellAlbania e anche dallestero (Grecia, Macedonia), producendo un disavanzo nella bilancia commerciale della Regione e del Paese. Ovviamente ci costituisce anche una significativa opportunit di crescita per le potenzialit produttive della Valle e come tale da annoverare tra le risorse.

Unaltra risorsa recentemente acquisita dal territorio valonese quella legata ai progetti di crescita dello stato sociale e delle infrastrutture prevista dalla Banca Mondiale che sta investendo ingenti risorse finanziarie nellarea costiera e ci potrebbe indurre una sinergia tra il progetto Lumi Vlore e lazione della Banca Mondiale, migliorando i rapporti tra la costa e linterno e spingendo i consumi in direzione di prodotti locali opportunamente certificati e qualificati.

La popolazione della Valle vive dunque in condizioni precarie, priva o poco assistita da servizi essenziali come i trasporti pubblici, la sanit, la scuola, le strutture sportive e questo determina un basso livello di vivibilit che produce emarginazione ed emigrazione soprattutto tra i giovani, indebolendo le speranze di miglioramento del sistema sociale ed economico locale. Questo non ha comunque impedito la sopravvivenza di antichi usi e costumi locali tra cui labilit nel canto polifonico pastorale che apprezzata in tutta Europa o la tessitura domestica di tappeti kilim e coperte multicolori. Anche la produzione di miele e di erbe officinali offre spunti di valorizzazione e di commercio di prodotti tipici cos come la presenza di monumenti storici come i dolmen e le caverne effigiate con graffiti che potrebbero attrarre turismo culturale e di qualit.

La Valle, pi in generale, si presta, per la sua collocazione a ridosso di una costa interessata da forti flussi turistici, a costituire unesperienza turistica alternativa ideale per il trekking. lescursione lungo il fiume e le valli interne in mountain bike o a piedi, per ammirare percorsi naturalistici (faunistico-floreali).

Come si nota da quanto fin qui esposto, la ricchezza di risorse di ogni genere, pur se frammentate e distribuite in modo puntiforme sul territorio, notevole e tale da giustificare un investimento sulla nascita e tenuta di un sistema socioeconomico locale. quindi stato necessario raccogliere la richiesta di aiuto che viene dagli amministratori e provvedere al pi presto ad un reale censimento delle risorse presenti e della loro collocazione in funzione degli insediamenti umani, per valutarne le migliori strategie di sfruttamento. E questo uno degli obiettivi del progetto Lumi Vlore.

Gli sviluppi del progetto Lumi Vlore e le prospettive di partnership fra territori

Dopo la firma dellaccordo a Valona che ha costituto il Comitato di Promozione del Parco Regionale della Lumi Vlore, il 19 novembre 2006, i tecnici del servizio di sviluppo economico internazionale del Programma ILS LEDA hanno provveduto a costruire un ampio partenariato attorno a questa idea, promuovendo dapprima la partecipazione di una delegazione valonese alla manifestazione VERDESUD tenuta a Cosenza nel marzo 2007 e poi la riunione di Corato (BA) il 19 giugno 2007 al fine di animare solidariet attorno allidea di restituire vivibilit e identit alla Valle, partendo dalle tradizioni culturali, dal patrimonio ambientale e dallidea-forza di un Parco naturale. Numerose organizzazioni territoriali italiane provenienti per lo pi dalle Regioni del Sud (Calabria, Puglia, Sicilia, Campania, Basilicata) ma anche dalle Marche e dal Friuli hanno risposto allinvito e hanno potuto conoscere, attraverso una prima presentazione curata da ILS LEDA, le condizioni dellhabitat della Valle e le competenze della sua gente. Essi sono stati in grado di valutare il proprio interesse a costruire unalleanza con il territorio valonese, misurando la propria esperienza in merito alle questioni sollevate e alla disponibilit di fondi e delle competenze dei propri attori sociali. Le organizzazioni territoriali coinvolte hanno sensibilizzato le proprie istituzioni a sostenere il loro sforzo di apertura a questo stimolante programma, generando quella spinta dal basso a cui facevamo riferimento nei primi capitoli.

Grazie allincontro della delegazione albanese con i partner italiani sono state individuate tre aree di intervento (Ambiente e turismo sostenibile, Attivit produttive, Cultura e societ) che serviranno per guidare i gruppi di lavoro locale e indirizzare le proposte del partenariato. La vastit del sistema socioeconomico che Lumi Vlore propone richiede un forte coordinamento che ART e ILS LEDA dovranno imprimere, con laiuto dello staff del Programma ART GOLD Albania e degli esperti internazionali di ILS LEDA. Questo impegno dovr anche superare i problemi di discontinuit che sono stati generati dal dilungarsi delle fasi di negoziazione con le controparti locali che il nuovo Programma ONU ha affrontato nellultimo anno.

    Dei tre settori di intervento individuati possiamo segnalare alcune iniziative:
  1. nel settore ambientale e turistico, sono presenti tracce di interventi precedenti promossi dalla Regione Marche, per la ristrutturazione di alloggi in case private, allo scopo di alimentare una ospitalit diffusa nella valle. In effetti, esistono una decina di case attrezzate per ricevere coppie di turisti dotate di bagno nella zona di Shushices e questa iniziativa verr confermata ed ampliata. Lagenzia dellambiente che gestisce il parco della valle dellOfanto, collegata col patto territoriale Nord Barese, ha deciso di stanziare una cifra iniziale per sostenere lautomazione attraverso GIS del patrimonio naturale della Valle e di appoggiare la candidatura a Parco dellarea, mettendo a disposizione il suo know how nellintervento di difesa ambientale. E necessario procedere alla delimitazione dellarea da candidare a Parco regionale (la legge stata recentemente approvata dal parlamento Albanese), quindi produrre uno studio di massima degli interventi da svolgere e del sistema di gestione partecipato che si intender attivare. Infine prevista lindividuazione di un manufatto da ristrutturare per ospitare la sede del parco e di prima accoglienza per i turisti che vorranno conoscere larea e lo studio di design internazionale Acito and Partners di Matera ha segnalato la sua disponibilit al progetto. Nellarea del parco ci sono numerose attrattive turistiche su cui contare, ma una citazione su tutte lo meritano le citt di Olimpia e Amantia, interessanti sedi archeologiche di epoca illirica.
  2. nel settore dellagro-allevamento, oltre alla presenza di numerosi caseifici e di una intensa attivit di raccolta delle erbe aromatiche di montagna (quasi tutte destinate al mercato estero senza aggiungere valore rilevante alleconomia della valle), va segnalata la produzione di frutta biologica (angurie, pere, mele) e ortaggi. Una interessante sinergia da recuperare quella con il progetto FAO di educazione di base degli agricoltori appena concluso che mette a disposizione personale esperto per la formazione e materiale didattico. Lallevamento ovino e caprino permette alleconomia domestica di contare su piccoli introiti e le carni della capra nera sono particolarmente apprezzate dal mercato locale e nazionale. Una importante novit, sempre prodotta dal progetto FAO, la presenza di un nuovo mercato ortofrutticolo a Valona, sbocco naturale delle merci della Valle. Emergente la produzione delluva da vino in cui il miglioramento del prodotto finale si impone. In questi settori la candidatura della Regione Marche di assoluto valore, potendo disporre di distretti di qualificazione alimentare come quello del Tronto e di una solida tradizione di allevamento del bestiame e della macellazione secondo standard europei. La filiera delle erbe aromatiche ha mostrato la sua grande potenzialit economica e limportanza sociale che riveste per la manodopera esclusivamente femminile che vi opera. Altri attori (Istituto Calamia, COOP Puglia) hanno manifestato interesse a sostenere la cordata.
  3. Il settore culturale conta sullimpegno delle comunit di antica origine albanese (arberesh) della Calabria (23 comuni storici) che si sono a pi riprese proposte per difendere la civilt contadina con la sua storia, i suoi saperi e le antiche lavorazioni delluva, dellolivo e delle carni, nonch sulla cultura della protezione del suolo di cui il comune di Cerzeto un depositario. Il collegamento tra i centri di cultura arberesh e le famiglie della valle che ancora custodiscono antichi spartiti della musica polifonica valonese una delle possibili linee di valorizzazione attese, attraverso la pubblicazione di manuali e incisioni, lo scambio di gruppi vocali, lorganizzazione di festival di cultura albanese e di scuole strumentali e di polifonia in entrambi i versanti. La comunit arberesh ha chiesto alla provincia di Cosenza e alla Regione Calabria di accompagnare la partnership territoriale con Valona e il suo territorio, offrendo un suo proprio cofinanziamento. Una proposta molto ben accettata dalle istituzioni e dai giovani albanesi stata quella del collegamento telematico di tutta la valle attraverso un sistema di antenne in alta frequenza che garantirebbe ai Comuni un collegamento telematico e alle scuole luso di Internet, con servizi pubblici attivabili (Internet point) nellorario serale. La proposta stata formulata con precisione dal Parco dello Stretto di Messina che ha adottato e studiato per le proprie esigenze questo genere di connessione di comunit, offrendo anche assistenza alla realizzazione dellimpianto. La Telecom Albanese ha dichiarato fattibile il progetto. Anche per questo settore si sta studiando la possibilit di recuperare un immobile della valle per ospitare un teatro-cinema e una scuola di musica, poich la scommessa culturale appare uno degli approcci migliori per ridurre lemorragia migratoria.

Queste ed altre proposte sono allattenzione del gruppo di lavoro che attende la ripresa di ART GOLD Albania per ufficializzare i contatti e collegare le filiere albanesi con i partner italiani attraverso il gruppo di lavoro. Nel frattempo, nel periodo settembre 2007 marzo 2008, lagenzia AULEDA di Valona, promossa dalle Nazioni Unite e braccio operativo del Comitato promotore del Parco Lumi Vlore, ha dato vita ad una ricerca sociale ed economica che ha visto il concorso di 6 docenti dellUniversit di Valona (sociologi, statistici, psicologi ed altro) che ha prodotto un primo interessante ed apprezzato studio sulla composizione antropologica della valle e sul tessuto sociale che in esso si creato, preparando il terreno agli approfondimenti necessari. I dati e le elaborazioni conclusive sono disponibili in un approfondito report. Nella primavera del 2008 sono comunque state avviate le prime operazioni di partnership con la Regione Marche che ha inviato sul terreno un consulente di sviluppo economico locale incaricato di svolgere una ricognizione generale della situazione della valle e di orientare alcuni interventi nel settore delle attivit produttive, particolarmente legate allallevamento e alla raccolta di erbe officinali, oltre che di valutare le prospettive di accoglienza di breve e medio periodo per sostenere il turismo culturale e naturale. La missioni della Regione Marche sono state accompagnate dal personale ILS LEDA ed hanno prodotto un survey di possibili interventi.

Ma, al di l dei singoli contributi molto apprezzati, rimane da implementare lo schema di gruppo di lavoro locale che programmer il piano di sviluppo e determiner la priorit degli interventi. Un dato da cui partire la coesione mostrata fin qui dai sindaci della valle e dalla Regione di Valona oltre che dallagenzia di sviluppo AULEDA, sicuramente un buon segnale di attenzione a cui lo studio socio-antropologico svolto dallUniversit di Valona ha dato un ottimo puntello.

Conclusioni e prospettive

Lumi Vlore un cantiere aperto e multisettoriale di grande impegno, il cui impatto interesser una delle comunit pi povere dellAlbania, ricca peraltro di risorse naturali saccheggiate e gestite con grande superficialit (acqua, ghiaia, foreste, beni storici e monumentali). Lintuizione di fondo stata quella di partire dalla difesa dellambiente (con lidea-forza di Parco regionale), allargando larea di interesse, e dalla cultura come grandi strumenti di lotta allemarginazione e allemigrazione, potenziando comunque leconomia locale che per ha tempi di intervento pi lunghi e modalit complesse. Attorno a questi obiettivi si cominciato a costruire un partenariato tra territori albanesi e italiani, facendo leva sullo spirito di solidariet e sul bisogno di riscatto e autonomia che le comunit del Sud Italia avvertono, cercando ove possibile il coinvolgimento dei Comuni, delle Province e delle Regioni che quasi sempre arrivato. Non stato altrettanto facile per la comunit valonese, sparsa in numerosi villaggi mal collegati e privi di comunicazione, ma la mobilitazione e linformazione sono gi in marcia grazie alla presenza dellagenzia di sviluppo locale AULEDA e al lavoro dei sindaci.

Eppure, come abbiamo chiarito nelle pagine iniziali, non basta la volont e lorganizzazione tecnica offerta dai patti territoriali e dalle agenzie di sviluppo italiane e non basta neppure la sola volont politica delle istituzioni partner. Per imprimere una accelerazione decisiva indispensabile disporre di esperti che operino sul terreno a tempo pieno e di una fase di fund-raising accurata, un ruolo cio di capofila che solo le Nazioni Unite possono interpretare, assicurando un coordinamento autorevole e continuo che finalizzi e renda efficaci le strategie e le azioni dei partner. Per tutti questi motivi, lapertura della seconda fase di ART GOLD Albania nella primavera del 2009 il presupposto ideale per ritenere Lumi Vlore una prospettiva di interesse assoluto per tutte le regioni italiane e per le comunit meridionali che vorranno cimentarsi nella riqualificazione di un territorio ricco di risorse e in un progetto integrato di rilievo internazionale.

Riferimenti bibliografici

Carrino L. (2005) Perle e pirati. Critica della cooperazione allo sviluppo e nuovo multilateralismo. Gardolo: Erickson

Del Bufalo M. (2008) Dalla cooperazione decentrata alla partnership territoriale, in N. Leotta (a cura di), Cooperazione decentrata. Sviluppo umano, territorio, turismo. Milano: Franco Angeli

Ianni V. (a cura di) (2004) Verso una nuova visione dellaiuto: le autonomie locali nella cooperazione internazionale allo sviluppo. Manuale di formazione per amministratori locali. Roma: MAE/DGCS e ANCI

Nardelli M., Cereghini M. (2008) Darsi il tempo. Per unaltra cooperazione internazionale. Bologna: EMI

Stocchiero A., Zupi M. (2005) Sviluppo, cooperazione decentrata e partenariati internazionali. Roma: OICS


* Maurizio Del Bufalo, ingegnere elettronico, dal 2001 collabora con i Programmi di Sviluppo Umano delle Nazioni Unite nel settore dello sviluppo economico locale. Attualmente cura la promozione e sviluppo di "partenrship territoriali" tra comunit del Nord e del Sud del mondo attraverso la costruzione di reti complesse che collegano vari settori della societ, integrando risorse e competenze di diversa provenienza.

Universitas Forum, Vol. 1, No. 2, May 2009





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