Sambou Ndiaye - Universitas Forum, Vol. 6, No. 1, Settembre 2018
EDITORIALE
INNOVAZIONI SOCIALI E SVILUPPO LOCALE IN SENEGAL


Sambou Ndiaye *

In Senegal stanno emergendo varie dinamiche di sviluppo locale in esperienze realizzate da una molteplicità di attori, ma senza che si determini una massa critica d'informazioni capitalizzabili e in grado di identificarne le caratteristiche strutturanti, le tendenze, le lezioni apprese, le condizioni per il successo o, ancora, le principali domande. Questo spiega anche perché le innovazioni realizzate da queste esperienze restano circoscritte, scarsamente riconosciute dalle autorità pubbliche e poco diffuse, correndo così il rischio di spegnersi precocemente. È in questo contesto che, per la prima volta in Senegal, è stato organizzato un concorso nazionale sulle pratiche innovative di sviluppo locale per aiutare a identificare, sistematizzare e diffondere più efficacemente a livello nazionale e internazionale le esperienze più significative.

Gli articoli di questo numero sistematizzano alcune delle esperienze emerse dal Concorso Nazionale realizzato dal Ministero per il Governo Territoriale, lo Sviluppo e la Pianificazione Territoriale (MGTDAT) attraverso il programma Conoscenze Innovative e Sviluppo Locale (CIDEL). Il concorso ha consentito la scoperta di esperienze innovative realizzate da attori territoriali, in particolare le collettività locali e le organizzazioni comunitarie di base (CBO), contribuendo, allo stesso tempo, alla produzione di conoscenze innovative sui territori. Il concorso dimostra che, accanto alle autorità pubbliche, diversi attori territoriali sono impegnati in pratiche innovative di sviluppo del proprio territorio che hanno solo bisogno di essere capitalizzate, riconosciute e consolidate, specialmente in un periodo in cui si dibatte sulla “territorializzazione” delle politiche pubbliche. La mobilitazione di ricercatori e professionisti attorno a quest'iniziativa ha facilitato la collaborazione tra attori e pratiche diverse e, più in generale, tra il mondo accademico e quello della politica pubblica.

Le pratiche innovative di sviluppo locale s'intersecano con iniziative volte a creare ricchezza, costruire o sfruttare opportunità o, ancora, affrontare sfide. Costituiscono un valore aggiunto rispetto alla situazione precedente ed evidenziano processi costruiti socialmente da una molteplicità di attori che possono indurre cambiamenti sociali a vari livelli senza pregiudicare il loro esito.

Le innovazioni nelle pratiche di sviluppo locale possono essere significative in vari campi: rivitalizzazione territoriale, sviluppo sostenibile, forme o modalità di gestione organizzativa, di regolamentazione, di produzione/distribuzione di beni e servizi, di ibridazione delle risorse, collegamento tra attori in precedenza isolati, creazione di nuove opportunità o nuovi prodotti, cambiamento delle posizioni di potere. Su quest'ultimo punto, le innovazioni possono arrivare fino al rinnovo delle configurazioni istituzionali all'interno di un territorio o di un settore.

Il processo del concorso è descritto in dettaglio nell'articolo di Omar Wade che, per il MGTDAT, ha coordinato il progetto CIDEL, e di Alessandra Pierella che, per la KIP International School, ha sostenuto il processo. Lo svolgimento del concorso nazionale ci dimostra che lo sviluppo locale, prima di essere oggetto di una politica pubblica, è innanzi tutto una pratica scelta degli attori territoriali. Di per sé, è un'innovazione sociale perché cerca di combinare dimensioni finora isolate e apporta non solo elementi di novità ma anche un valore aggiunto sostenibile ai processi di sviluppo. Infine, propone un modello di sviluppo più resiliente e inclusivo. Il concorso stesso è stato un processo innovativo che ha prodotto una migliore conoscenza dei territori sulla base delle esperienze di questi attori, in particolare delle collettività locali e delle organizzazioni comunitarie di base. Ha fornito ventotto studi di capitalizzazione delle esperienze di sviluppo locale e sei film documentari sulle migliori esperienze selezionate a livello nazionale. La precedente mancanza di una massa critica d'informazioni sulle pratiche di sviluppo locale realizzate dagli attori territoriali è stata in parte colmata da questa prima edizione del concorso.

In effetti, le esperienze presentate da questo numero illustrano la creatività degli attori locali di fronte alle difficoltà dei loro territori.

La prima esperienza si sviluppa a Kafountine, la più grande penisola ricca di pesce della Casamance. Kafountine ha una costa ricca di pesce, ma deve affrontare gravi problemi di salute e inquinamento a causa del deposito giornaliero di rifiuti ittici su una spiaggia che non ha un sistema di pulizia regolamentato. I rifiuti ittici sono un problema cronico d'igiene e sanità pubblica delle spiagge, inquinano, emanano cattivo odore e, infine, scoraggiano l'arrivo dei turisti su una penisola una volta molto popolare. Il turismo, infatti, insieme alla pesca era l'attività economica più redditizia anche in termini di creazione di posti di lavoro. Questa situazione ha, inoltre, esacerbato l'esodo dei giovani verso i centri urbani e i paesi vicini.

È in questo contesto che l'associazione Afrique-Atlantique, già attiva nella lavorazione dei cereali, ha deciso d'investire nella trasformazione dei rifiuti ittici in farina di pesce, prodotto ricercato come fertilizzante organico da agricoltori e allevatori della Casamance e di altre regioni, compresi quelli della sub regione. Attualmente l'associazione riesce a produrre fino a 50 tonnellate di farina di pesce al mese.

La raccolta dei rifiuti ittici ha notevolmente migliorato la qualità della spiaggia di Kafountine, non senza fornire occupazione e reddito per i molti giovani e le donne reclutate per la raccolta e la pulizia della costa, l'essiccazione, la frantumazione e l'insaccamento dei rifiuti ittici. Oltre alle prospettive di lavoro autonomo per i membri dell'associazione (30 posti di lavoro permanenti), quest'attività offre un'opportunità, da un lato, in termini di economia verde, trasformando l'ostacolo dei rifiuti ittici in occupazione e opportunità di reddito per gli abitanti e, dall'altro, in termini di opportunità di sviluppo sostenibile per la città di Kafountine, fornendo così una soluzione riproducibile nelle zone costiere che soffrono dell'insalubrità delle loro spiagge. L'associazione riesce laddove molte comunità costiere locali non sono state in grado di trovare una soluzione al problema della gestione sostenibile delle spiagge e delle coste.

La creazione di un prodotto finora sconosciuto in questo territorio, nonché di un ulteriore sbocco per la pesca, un prodotto ecologico per l'agricoltura e l'allevamento, i posti di lavoro creati e le entrate distribuite, la promozione della sicurezza della spiaggia e il suo impatto sul miglioramento dell'ambiente di vita e della destinazione turistica, il rapporto nato tra vari attori attorno al recupero dei rifiuti ittici, il rafforzamento della coesione del territorio attraverso la produzione e la vendita di farina di pesce, sono tutti elementi rivelatori di un processo di innovazione sociale.

L'articolo sull'esperienza di Sandiara, una piccola comunità rurale nella regione di Thiès, nel Senegal centrale, analizza un'altra pratica di gestione dei rifiuti, in questo caso domestici, un tema molto attuale in tutto il Senegal. Questa pratica ruota intorno a due entità principali: una struttura associativa unificante di diversi gruppi di donne e il comune come attore pubblico locale.

Questa piccola città ospita ogni sabato un mercato che produce una quantità rilevante di rifiuti. In questo contesto, i gruppi di donne hanno deciso di affrontare il problema dell'insalubrità nell'area. È, quindi, a questo punto che assistiamo al coinvolgimento del comune, che si traduce nella creazione di un piano d'azione comunale. L'alleanza tra questi gruppi e il comune viene siglata ed è istituito un comitato direttivo per il monitoraggio del piano d'azione. L'innovazione sociale introdotta da questo comitato consiste nella co-gestione del sistema a livello di quartiere, portando le persone a contribuire al sostegno del servizio pubblico locale.

L'importanza della pratica risiede soprattutto sull'aspetto multidimensionale delle sue ricadute positive. La salute dei quartieri è migliorata molto con effetti notevoli anche sull'immagine della zona. In termini di salute, la riduzione di alcune malattie ha permesso di ridurre la spesa delle famiglie legate alle cure mediche. Infine, da un punto di vista sociale, questa pratica contribuisce all'emergere di un forte sentimento civico e di coesione sociale attraverso l'approccio partecipativo e il massiccio coinvolgimento delle donne.

Un altro tema emergente, che porta con sé importanti innovazioni in Senegal, è la gestione delle risorse naturali. Le aree comunitarie protette, ad esempio, sono istituite e gestite volontariamente dalle comunità locali per la conservazione e l'uso sostenibile delle risorse naturali, la conservazione delle abitudini e del patrimonio e lo sfruttamento delle risorse naturali per il benessere comunitario. In Senegal, un quadro giuridico governa le aree protette (legge n. 028/2008 del 29 ottobre 2008). L'esperienza delle aree comunitarie protette di Sindia (diciannove villaggi) si svolge in questo contesto e combina gestione sostenibile delle risorse, promozione della parità di genere, economia solidale e riduzione della povertà. Le donne di questo territorio, che si confrontano con la povertà, la deforestazione, il disboscamento e l'erosione idrica che hanno causato la scomparsa di molte specie vegetali utili per il cibo e la farmacia, si sono mobilitate con il sostegno di un'ONG e dei servizi statali, per impegnarsi nella costruzione di aree comunitarie. Il risultato è stato un accordo firmato con il governo locale che ha affidato alle donne lo sviluppo di queste terre abbandonate.

Quest'iniziativa comunitaria di rigenerazione forestale ha consentito a 1325 donne di accedere per la prima volta alla proprietà della terra e di migliorare significativamente il proprio reddito attraverso la produzione e la commercializzazione dei derivati dei prodotti forestali locali. Per salvaguardare i loro risparmi, le donne hanno istituito 57 calebasses di solidarietà (micro-credito a rotazione) che, nel 2014, hanno raccolto e usato 8.417.125 franchi CFA. L'esperienza delle donne Sindia intorno all'area comunitaria protetta ha favorito la ricomparsa di specie vegetali endemiche minacciate, l'emergere di nuove specie di frutta e medicinali, il ripristino della copertura vegetale, il rafforzamento della consapevolezza ambientale e il riconoscimento del ruolo di primo piano svolto dalle donne nello sviluppo locale sostenibile.

Sullo stesso tema insiste l'articolo riguardante il bassofondo del Ndinderling. Situato nella regione di Fatick, la città di Keur Samba Guey, che ospita il bassofondo, si è sempre confrontata con la povertà e soprattutto con l'insicurezza alimentare. L'innovazione è consistita nella rigenerazione e valorizzazione del bassofondo in un terreno di 500 ettari di terra disponibile per la coltivazione del riso e l'orticoltura, e per la creazione di una riserva naturale comunitaria per promuovere la rigenerazione degli ecosistemi. È in questo contesto che è stato istituito un accordo locale che ha coinvolto, oltre alle collettività locali, gli attori più diversi (pastori transumanti, residenti, apicoltori, pescatori, artigiani, cacciatori, guaritori tradizionali) con la denominazione di Convenzione Locale per la Gestione integrata delle risorse del bassofondo del Ndinderling (COGIRBAF). Attualmente, 212 ettari di bassofondo sono sfruttati da 325 produttori di riso e orticoltori provenienti da 22 villaggi.

L'esperienza di COGIRBAF si focalizza sull'innovazione istituzionale, economica, organizzativa ed ecologica. Se l'esperienza è stata resa possibile grazie al supporto tecnico e finanziario dello Stato e dei partner internazionali, la portata del sistema organizzativo - i comitati di villaggio strutturati attorno a un comitato di gestione - e, soprattutto, l'istituzione di una convenzione multi-stakeholder e multi-territoriale locale, fortemente voluta dal comune, ne hanno garantito il successo. Oltre alla rigenerazione di quest'antica macchia, sono state poste le basi per uno sviluppo economico locale co-gestito da varie categorie di attori (rappresentanti locali eletti, settore privato locale, abitanti, ecc.) e da vari territori. L'esperienza, attraverso l'integrazione delle dimensioni economiche, socio-culturali, socio-politiche ed ecologiche, conferma, in definitiva, la validità dell'approccio territoriale dello sviluppo sostenibile.

L'esperienza dell'Associazione dei Volontari per la Protezione dell'Ambiente (AVPE) nel Dipartimento di Bounkiling (regione naturale della Casamance nel Senegal meridionale, al confine con il Gambia) è un interessante esempio di gestione congiunta delle risorse naturali che rafforza la cittadinanza e il senso civico. Nella zona, infatti, il taglio abusivo degli alberi è una delle principali fonti di reddito per la popolazione, che trae sostentamento dalla vendita del legno al di là del confine con il Gambia. Dalla costatazione che la foresta è degradata e minacciata, alcuni senegalesi rientrati dall'emigrazione hanno deciso di creare l'associazione per migliorare le condizioni di vita della popolazione locale, in particolare attraverso la gestione ottimale e razionale delle risorse naturali, proteggendo l'ambiente e la foresta. Per coinvolgere la gente della zona nel processo, è emersa la necessità di sviluppare attività parallele generatrici di reddito come alternativa per limitare i prelievi di legno dalla foresta.

Il modus operandi rimane la promozione dei valori cittadini e civici attraverso l'informazione, l'educazione e le campagne di sensibilizzazione e sembra essere il principio base della pratica. Questo processo è, quindi, interessante non solo da un punto di vista ambientale, ma anche per il progresso civile e il senso di appartenenza al paese, una dimensione, quest'ultima, ancora complessa in quest'area di confine del Senegal.

È ancora nel campo ambientale, insieme con quello dello sviluppo rurale, che interviene l'Unione pastorale di Dayane. L'unità pastorale (UP) è costituita da un gruppo di allevatori e agricoltori che vivono in villaggi che sfruttano lo stesso punto d'acqua, hanno investimenti congiunti e sono uniti dalla solidarietà derivante dal vicinato e dallo sfruttamento delle stesse risorse naturali. Nel caso particolare di Dayane, l'UP copre un'area di 60 ettari, comprende 13 villaggi e diverse frazioni, e mira soprattutto a migliorare le condizioni di vita degli allevatori e degli agricoltori della zona. Infatti, il taglio abusivo degli alberi, gli incendi boschivi e i conflitti tra agricoltori e pastori sono problemi ricorrenti per gli abitanti di quest'area. Inoltre, l'Unione Pastorale si è anche prefissa l'obiettivo di combattere efficacemente l'aumento del degrado dei pascoli, delle terre coltivabili e delle risorse forestali.

L'UP cerca di fornire soluzioni concrete alle difficoltà che affliggono la vita della popolazione di Dayane, definendo chiaramente le aree di pascoli, colture, passaggi transumanti. La migliore gestione dello spazio, la definizione di regole chiare e la delimitazione degli spazi riservati ai diversi tipi di attori che agiscono sul territorio di competenza dell'Unione Pastorale, hanno permesso di ridurre i ricorrenti conflitti tra pastori e agricoltori, ma anche fra transumanti e autoctoni.

Questa pratica innovativa a livello organizzativo deriva dalla consultazione tra tutti gli attori locali interessati dai temi trattati. L'UP è aperta a tutte le iniziative degli attori che lo compongono, anche nei territori limitrofi, ai fini del trasferimento di esperienze. In tal modo, l'Unione Pastorale non solo risolve i problemi delle popolazioni nella sua area d'intervento, ma incoraggia anche il sentimento di solidarietà sociale e inter-comunità.

L'esperienza dell'Unione Interprofessionale degli Agro-pastori del distretto di Rao (UIAPR) consente di analizzare l'evoluzione di una micro-impresa familiare agropastorale verso l'imprenditoria comunitaria. L'esperienza è iniziata nel 1989 a Guélakh, un piccolo villaggio di circa 200 abitanti composto per lo più da contadini e pastori nomadi che hanno sofferto della siccità degli anni '70. All'inizio degli anni '90, due giovani Peuhl hanno avviato una micro-impresa familiare creando una fattoria che integrasse agricoltura e allevamento di bestiame sedentario. Venticinque anni dopo, la micro-impresa familiare ha coinvolto gli abitanti dei villaggi e delle altre terre circostanti, creando l'Unione interprofessionale degli agro-pastori del distretto di Rao (UIAPR). L'evoluzione della forma organizzativa, il territorio di azione e le aree d'intervento fanno sì che l'Unione attualmente mobiliti 145 coltivatori di riso, 137 agro-pastori, 113 donne lavoratrici e 60 pescatori. Le sue principali attività sociali comprendono la costruzione e la gestione di una casa per bambini, una scuola elementare, una scuola media superiore, un laboratorio di tintura, un centro di alfabetizzazione. Attraverso i suoi membri, l'Unione gestisce 40 ettari per la coltura del riso e 13 allevamenti intensivi oltre ad attività di avicoltura, piscicoltura, orticoltura, lavorazione di frutta, verdura e latte (formaggio).

Infine, l'ultimo articolo riguarda la produzione di alghe spirulina a Ouonck. Per combattere una drammatica situazione d'insicurezza alimentare, il comune rurale di Ouonck, nel sud-ovest del Senegal, ha avviato nel 2006 un progetto di produzione di spirulina, grazie a una partnership di cooperazione decentrata con il comune di Bretteville (Francia).
Quest'iniziativa è notevole non solo nell'ambito della salute, nel quale ha raggiunto ottimi risultati, ma anche a livello sociale ed economico, avendo creato diversi posti di lavoro per la produzione di spirulina. L'esperienza dimostra che l'impegno e la sensibilità delle collettività locali, insieme al coinvolgimento di una pluralità di attori locali, possono (ri)mettere in moto e alimentare un'esperienza benefica a favore della popolazione locale sul piano sanitario, economico e sociale.

Le innovazioni organizzative, economiche, tecniche e sociali sono state ottenute attraverso la combinazione di molteplici fattori come: l'integrazione di agricoltura e allevamento e il sostegno all'empowerment socio-economico al posto di un semplice sostegno finanziario; il sostegno all'imprenditoria familiare, facilitando l'accesso ai fattori di produzione (terreni, attrezzature), collegato con l'appoggio allo sviluppo territoriale (combinando bene comune, bene privato e bene pubblico); una guida sobria e umile da parte del Comune e l'investimento in qualsiasi campo ritenuto utile per sviluppare le potenzialità del territorio.

L'analisi di queste esperienze fa emergere alcuni tratti caratteristici delle dinamiche di sviluppo locale in Senegal:

  • Le esperienze si realizzano in una varietà di settori, dalla promozione dello sviluppo economico sostenibile, alla gestione dei rifiuti, dalla lotta alla malnutrizione alla promozione dei prodotti locali, dal miglioramento delle condizioni di vita al rafforzamento dell'emancipazione socio-economica delle donne alla promozione del governo del territorio. La diversità dei settori rivela un approccio integrato allo sviluppo locale con investimenti in qualsiasi campo considerato utile, o per le opportunità che offre o per rimuovere gli ostacoli alla vita della collettività.
  • Lo sviluppo locale rimane una dinamica endogena iniziata e portata avanti da attori locali, prima di essere una politica pubblica dello Stato sui territori; è in questo che lo sviluppo territoriale si differenzia dallo sviluppo territorializzato dall'alto.
  • L'impegno sociale e il volontariato dei leader locali, l'imprenditoria sociale, una logica di economia sociale e solidale, la conciliazione tra l'obiettivo del servizio alla comunità e l'integrazione socio-economica, la tessitura dei legami sociali partendo da una mobilitazione economica, il desiderio di un'autonomia socio-economica, le dinamiche dell'auto-promozione, sono tutte leve che hanno permesso a tali dinamiche di resistere e durare in un ambiente caratterizzato da ostacoli che talvolta sono stati anche usati come nuove fonti di opportunità socio-economiche.
  • Le dinamiche locali di sviluppo dimostrano che il contesto di precarietà non preclude necessariamente la realizzazione d'innovazioni sociali. Al contrario, può favorire la costruzione d'innovazioni che consentano a individui, comunità e istituzioni di far fronte agli ostacoli o di sfruttare/costruire nuove opportunità. A tale riguardo, le innovazioni realizzate dagli attori territoriali possono essere di natura organizzativa, sociale, economica o istituzionale, portando, ad esempio, a una riconfigurazione dell'architettura istituzionale locale.
  • Infine, la prospettiva delle innovazioni socio-territoriali c'insegna che lo sviluppo non è né universale, né completo, né puro, né unilineare: è un processo erratico che procede per tentativi/errori ed è costruito all'interno delle comunità. In ogni caso, la prospettiva d'innovazioni socio-territoriali dimostra, da una parte, che l'Africa non ha ritardi da recuperare e deve intraprendere il suo percorso originale di sviluppo e, dall'altra, che i territori si pongono sempre di più come uno spazio e un insieme di attori di un'Africa impegnata a ricostruirsi.

* Sambou Ndiaye, Coordinatore del concorso nazionale e professore e ricercatore dell'Università Gaston Berger di Saint-Louis (SENEGAL).

Universitas Forum, Vol. 6, No. 1, Settembre 2018





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